venerdì 8 marzo 2013

Una cosa che non avrei fatto e mai farò è dire “Sono la Mamma di” qualificandomi in virtù della figlia avrei avuto.
Sono I. Prima di tutto I.
Sono I. e sono una professionista.
Sono una donna che lavora.
Ci ho messo anni a costruire la mia carriera, i miei successi, quello che so fare.
Mia figlia forse sarebbe stata semplicemente una parte della mia vita. Importante, certo, ma non tutto.
Non sarebbe stata la parte migliore di me. Sarebbe stata un’altra cosa.
Accessoria, bellissima, ma un’altra cosa.
Quindi vi prego, per la festa della donna fatemi e fatevi un regalo: non andate in giro sostenendo che essere madri era la cosa per cui eravate nate, quella che eravate destinate a fare. 
Perché vi offendete, offendete la vostra cultura, a quello che avete costruito.
Nulla toglie che i figli siano pezzi di cuore. Ma sono anche fette di culo, di anima e di fatica.
E ci avete messo anni a diventare la cosa che siete.
Penso sia bellissimo avere figli. Certo. Ma è bellissimo anche avere una qualifica sul biglietto da visita, una reputazione di prim’ordine e poter dare ai vostri figli una serie di  ottimi motivi per essere orgogliosi di voi. 
Ed è un orgoglio che non può derivare dal fatto che siete brave a tirare a lucido la casa  e fate il bene il pan di spagna.
Partorire non può essere l’unico motivo per avere un senso nella vita. È una fase. Sicuramente intensa, ma semplicemente una fase. E se, per innumerevoli e diverse ragioni, qualche donna non la vive, non è meno donna di tutte le altre.
La vita di una donna passa anche per non accanirsi sulle cose che non accadono.
A me per prima cosa mi sarebbe piaciuto se mia figlia avesse detto “la mamma è in gamba, fa un lavoro bellissimo. E io sono contenta che sia così”.
E io il pan di spagna non lo so fare e i vetri non li so tirare a lucido.
E penso anche che più che le donne siano gli uomini ad aver bisogno di tutti gli auguri possibili, perchè siano migliori di quello che dimostrano di essere. 
Li faccio a tutti quelli che dicono che siamo complicate, invece è semplice, così come le parole di questa canzone. Auguri a voi, uomini...